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al testo di Fiammetta Lucattini
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Vorrei che, stando dritta in piedi, e guardando il tramonto braccia forti di un uomo sano, senza nome né volto, mi stringessero in un abbraccio sterminato come l'universo ed io potessi, per pochi minuti, mio Dio, dimenticare frettolosi scambi di notizie con medici in fuga, coiti interrotti della slombata scienza di Ippocrate. E poi farmaci nuovi, iniezioni parentali, accudimenti pietosi sempre in ascolto attento dei silenziosi gemiti di lui, pronto forse alla resa. Sì, allora, un abbraccio a colei che fu detta univira ed ora comprime a stento il suo sterile grembo, procedendo a tentoni fra fiale vuote e bugiardini spiegazzati. |
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